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Negli ultimi tempi si è parlato molto del futuro del petrolio come fonte energetica primaria. Il prezzo continua a scendere, non riuscendo a stabilizzarsi anche con i tagli alla produzioni che sono annunciati dai principali paesi produttori di petrolio al mondo. Per certi aspetti questo ha portato a un’instabilità maggiore del valore del greggio. Ma chi sono i maggiori stati produttori di petrolio al mondo? Quali sono le principali associazioni petrolifere e come possono influenzare l’andamento del petrolio? Se hai deciso di investire sul mercato petrolifero approfittando della discesa vertiginosa del suo prezzo, è importante avere un quadro generale per poter valutare in maniera completa e approfondita tutti gli aspetti che possono incidere sull’andamento del greggio e permetterti di effettuare una valida scelta.
Quali sono i paesi che esportano il maggior quantitativo di greggio
Per comprendere le dinamiche del petrolio, è necessario valutare quali sono i paesi che producono petrolio. La distinzione fondamentale è tra paesi che esportano petrolio e fanno parte dell’OPEC, e i paesi che non sono interni a questa organizzazione e che sono tra i principali esportatori e consumatori di greggio al mondo. I principali produttori al mondo sono:
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- Stati Uniti: con una produzione di barili che si aggira intorno ai 14-15 milioni di barili;
- Arabia Saudita: è tra i più grandi esportatori di petrolio al mondo, oltre ha contenere nel cuore della sua terra quasi il 20% delle riserve mondiali di greggio. Produce quasi 14 milioni di barili;
- Russia: con quasi 12 milioni di barili al giorno, appare sul mercato mondiale insieme agli Stati Uniti la principale nazione produttrice di petrolio e non facente parte dell’Opec;
- IRAN: con una produzione pari a 4-5 milioni di barili;
- IRAQ: nel substrato di questo paese sono contenute quasi il 18% delle riserve di greggio mondiali. produce ogni giorno circa 4-5 milioni di barili;
- Canada: la maggior parte dei giacimenti si trovano in Alberta con una produzione di circa 4-5 milioni di barili al giorno;
- Cina: non solo produce circa 5 milioni di barili al giorno, ma dopo gli Stati Uniti è il secondo paese che consuma più greggio;
- Venezuela, Brasile, Emirati Arabi, Kuwait, Messico: sono altri paesi che incidono sulla numero di barili mondiale con una produzione che va dai 2 ai 3 milioni di barili.
Le associazioni principali
Conoscere anche le principali associazioni che intervengono sul mercato del petrolio ti può essere molto utile al fine di comprendere come le eventuali decisioni presi da queste organizzazioni possano influenzarne l’andamento:
- OPEC: Organization of Arab Petroleum Exporting Countries. L’organizzazione dei paesi arabi esportatori di petrolio nacque agli inizi degli anni sessanta con l’intento di raggruppare i paesi produttori di petrolio al fine di riorganizzare il sistema di contratti posti in essere dalle compagnie petrolifere e poter quindi avere pieno diritto di sfruttare le proprie risorse naturali. È tra le associazioni di maggior rilievo sul campo internazionale, dato che quasi il 40% della produzione mondiale di petrolio è strettamente connessa ai paesi appartenenti all’Opec;
- API: l’American Petroleum Istitute raggruppa sotto più di quattrocento compagnie petrolifere sul suolo americano, tutelando gli interessi di queste imprese;
- Unione Petrolifera: fu fondata nel 1948 e riunisce al suo interno le maggiori aziende italiane specializzate nella raffinazione del petrolio;
- NPC: Il Natiopnal Petroleum Council, creato dal presidente Truman nel 1946 ha lo scopo di rappresentare davanti al segretario dell’energia americano le differenti compagnie petrolifere;
- WPC: Il World Petroleum Council è stato creato nel 1933 ed è composto da 61 stati produttori di petrolio.
Info sulla produzione in un momento economico particolare
Il prezzo del petrolio Brent ad oggi è sceso del 1,95% al prezzo di 60,25 dollari, toccando anche i 59,98 dollari, mentre quello WTI continua la sua discesa del 2,59% fermandosi a 51,22 dollari avendo sfiorato anche i 50,22 dollari. Il valore del greggio continua a non stabilizzarsi e alcuni ipotizzano che la discesa potrebbe continuare andando a sfiorare anche i 30 dollari. Una prospettiva che ti può far riflettere in caso di investimenti in questo settore. Dopo la riunione dell’Opec del 6 e 7 dicembre, con la decisione di tagliare la produzione da parte dell’Organizzazione per circa 800.000 barili e di 400.000 mila unità da parte della Russia e degli altri paesi nel 2019, il prezzo sembrava essersi per un attimo stabilizzato. Ma le nuove voci secondo cui gli Stati Uniti non rallentaeranno la loro produzione giornaliera, oltre alla situazione instabile in Venezuela e i in Iran, non fanno che alimentare una situazione di incertezza. Inoltre, si è evidenziato da subito come gli eventuali tagli proposti dall’Opec nel 2019 non saranno sufficienti ad eliminare il surplus pari a circa 1,28 milioni di barili al giorno. Le prospettive sembrano essere tutte nei confronti di una continua discesa con ottime possibilità di effettuare degli accorti investimenti.
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